Andrea Montesano – Psicologo a Roma Nord
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Il ruolo della musica nello sport. Perché si ascolta la musica prima di una performace?

Pubblicato il 6 Agosto 20206 Agosto 2020 da admin

Il ruolo della musica nello sport? Che ruolo ha la musica prima di una prestazione sportiva, o prima di un compito importante? Ecco una ricerca

il ruolo della musica nello sport Andrea Montesano Psicologo

 

Le Olimpiadi 2016 a Rio sono state la prova di come la musica a qualche livello contribuisce alla buona riuscita della performance. Grazie alla musica in questi contesti è possibile:
    -caricarsi raccogliendo le energie;
    -concentrarsi per rimanere fermi sull’obiettivo;
    -rilassarsi per evitare che la tensione prenda il sopravvento.
Per questo motivo siamo abituati a notare come diversi atleti di un certo livello si presentino in gara o sul ring di combattimento muniti di cuffie e sguardo concentrato: da Usain Bolt a Federica Pellegrini, da Roger Federer a Rafael Nadal, da Michael Phelps a Tania Cagnotto.

Perché l’utilizzo delle canzoni in ambito sportivo è così diffuso?

Gli effetti benefici della musica in ambito sportivo, nel corso degli anni, sono stati ampiamente dimostrati. L’utilizzo della musica in un contesto sportivo e soprattutto quello psicologico, è diventata una questione così popolare che è raro entrare in palestra e non vedere qualcuno con delle cuffie in testa. Allo stesso tempo è aumentato l’interesse per lo studio e per l’importanza che la musica assolve nella buona riuscita di una performance sportiva.

il ruolo della musica nello sport Andrea Montesano Psicologo

Quando si parla di effetti psicologici ci si riferisce agli effetti della musica su di uno stato affettivo, cognitivo e comportamentale.

A livello sportivo di solito gli atleti utilizzano la musica in 3 modi principali:

  • 2 di questi comportano l’utilizzo della musica mentre si è impegnati in attività fisica
  • 1 in cui la musica viene utilizzata prima della prestazione vera e propria.

I 4 fattori della musica che influenzano lo sport

Una prima teoria elaborata dal prof. C. I. Karageorghis e dalla sua equipe di ricerca, aveva proposto un’ipotesi scientifica in quest’ambito secondo cui esistono 4 fattori su cui si basa il binomio beneficio della musica/attività fisica:

1.  la risposta al ritmo, ossia la capacità del nostro corpo di muoversi seguendo il tempo di un brano musicale;
2. l’armonia del suono, che fa riferimento alla musicalità, ovvero alla combinazione fra note e melodia;
3. l’impatto culturale, quando si fa riferimento alla diffusione di un genere musicale in una specifica società o un gruppo etnico;
4. le associazioni extra musicali evocate dall’ascolto di un brano che possono far riferimento a ricordi, emozioni, aspettative etc…

Questi fattori in maniera gerarchica influenzano la performance a livello sportivo.

Gestione del proprio stato = migliore performance

Gli atleti e la musica il ruolo della musica nello sport

La risposta a questa domanda ha provato a darla il prof. Thierry Middleton del dipartimento di Scienze Sportive dell’Università di Jyväskylä in Finlandia. La ricerca che ha condotto studia gli stati psicobiosociali delle prestazioni di un campione di 17 nuotatori. È emerso che gli stati psicobiosociali prima di una performance, sono stati assai predittivi rispetto alla prestazione finale positiva o negativa, cioè:

Come sto prima della gara ha un grosso impatto sul risultato! 

Gli stati psicobiosociali sono degli stati più o meno misurabili rispetto alla condizione pre-gara.

4 Stati da controllare per fare una buona gara

– Cognitivo: riguarda la capacità dell’atleta di concentrarsi con l’ausilio della musica, canalizzare la giusta attenzione necessaria allo sforzo;
– Emotivo: riguarda la capacità di fare contatto, grazie alla musica, con emozioni positive già sperimentate che contribuirebbero ad uno buona riuscita della performance;
– Motivazionale: riguarda la valutazione della situazione, quali vantaggi e svantaggi potrebbe comportare;
– Somatico: riguarda lo stato fisico vero a proprio e quanto è congruente con quello psicologico.

Dalla ricerca è emerso che i nuotatori del gruppo sperimentale sono in grado di gestire e migliorare i loro stati prima della prestazione attraverso l’uso della musica

 

mentre non sono emerse differenze significative fra i nuotatori del gruppo di controllo.

In conclusione possiamo dire che la musica contribuisce alla consapevolezza e la gestione del proprio stato prima di una performance, un ottimo utilizzo produttivo per gli atleti e per chi deve affrontare un compito con un alto dispendio di energie. Grazie alle canzoni ogni atleta può migliorare il proprio stato psicobiosociale prima dell’inizio della performance, attraverso l’utilizzo della propria playlist musicale.

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Bibliografia

Karageorghis, C. I., Jones, L., & Stuart, D. P. (2008). Psychological effects of music tempi. International Journal of Sports Medicine, 29, 613-619.

Middleton, T. (2016). Regulating pre-performance psychobiosocial states with music. Master’s Thesis in Sport and Exercise Psychology, University of Jyväskylä.

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