Era il 2013 quando con il pezzo Alfonso, lanciata dalla INRI, cominciò la sua scalata verso il successo, un successo sul quale nessuno avrebbe mai scommesso: ragazza per bene, pelle pulita, un po’ “sfigata” ma dalle buone doti canore. Sì, dico “buone” perché negli anni Levante si è saputa distinguere per l’evoluzione artistica energizzata.
Era qualche anno fa che nacque Alfonso
Quell’anno un amico siciliano mi disse di aver beccato un videoclip di una siciliana che urlava in un ascensore “che vita di merdaaaa”, così me la sono andata ad ascoltare. Poi è stato il momento di Edicola Fiore e – come si dice in certi casi – nulla fu più come prima: l’ uscita del primo album Manuale Distruzione. Poi La scatola blu, quel singolo non faceva impazzire. Poi Memo la canzone dell’autunno 2013, una botta; in inverno l’altro singolo Sbadiglio.
Ricordo di essermi un attimo fermato in quel periodo: da un lato ascoltavo le sue canzoni, dall’altro non si capiva artisticamente dove volesse andare a parare. Il Concerto del Primo Maggio 2014, il tour, l’uscita del secondo album Abbi cura di te, poi ancora il Concerto del Primo Maggio 2015; il tutto passando per altre comparse e collaborazioni. Alfon
Due anni dopo Nel caos di stanze stupefacenti è stato un album con cui bisognava farci bene i conti onde evitare di scambiare Levante per la copia brutta di Carmen Consoli. Bruttarello Magmamemoria, l’ultimo album uscito un paio di anni fa. In mezzo ci sono un bel po’ di vendite perché Claudia ha pubblicato ben due romanzi: Se non ti vedo non esisti del 2017 e Questa è l’ultima volta che ti dimentico nel 2018 entrambi editi da Rizzoli.
Il pubblico mainstream
Prima Maddalena poi Madonna la parentesi da giudice di X Factor sia nell’edizione del 2017 che in quella del 2018 la consacra davvero al grande pubblico mainstream anche se il nuovo battesimo arriva con Tikibombom il brano che porta in gara al Festival di Sanremo 2020. Poi tante collaborazioni fra cui Max Gazzè. Opera futura, dopo indiscrezioni e chiacchiericci sulla gravidanza, sembra essere più una proposta discografica concettuale che altro: il cigno in copertina e il parrucco arancione impattano fortissimo su un telo verde di fondo. Tutti (troppi) elementi che arrivano decisamente di più delle canzoni contenute nel disco.
Il ritorno di Alfonso
E adesso eccoci fra collaborazioni e festeggiamenti per questi 10 anni dal primo lavoro. Stessa copertina, stesso vestito da sposa della mamma, stessa posizione della scala e delle mani. Giusto un taglio di capelli più lungo che marca il concetto del tempo. I brani vedono feat. importanti come Bianconi, Brunosi Sas, Francesca Michielin, Malika Ayane; feat. di cuore come Alberto Bianco (già produttore di Manuale Distruzione di 10 anni fa), feat. “d’amicizia” come Margherita Vicario, La rappresentante di lista e ininfluenti feat. discografici come Gianmaria, Nolde, e Lamante. Rimangono poi i Santi Francesi.
E rimane “Manuale Distruzione” un disco per caso, di un’artista eclettica.
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