Anche l’amore può diventare un’ossessione. Ad esempio, se non si riesce più a fare a meno del proprio partner al punto da avere difficoltà a prendere decisioni in autonomia o ad accettare abusi fisici, è probabile che si incappi in una condizione di dipendenza affettiva. In questo articolo vediamo insieme in cosa consiste questa condizione e quali sono le strategie più indicate per gestirla.
Cos’è la dipendenza affettiva?
La dipendenza affettiva, conosciuta anche come “love addiction”, si verifica quando si sente un bisogno eccessivo di essere amati e approvati dagli altri e ci si convince che la propria felicità dipenda da altre persone.
Una condizione di questo tipo, menzionata per la prima volta nel libro “Donne che amano troppo” della psicoterapeuta R. Norwood, è noto essere una delle piaghe delle relazioni sentimentali odierne. Sembra una condizione “molto in voga” anche fra adolescenti dove appartenersi è una priorità. Tuttavia, può verificarsi anche in famiglia, sotto forma di attaccamento morboso ai propri genitori o ai propri figli, nelle amicizie o persino nelle relazioni con gli estranei.

Come si manifesta la dipendenza affettiva?
La dipendenza affettiva si riconosce da una serie di sintomi e comportamenti che vanno a ledere la qualità di vita dell’individuo che ne è affetto.
In particolare, i segnali più comuni sono:
- Presenza di stati d’ansia, depressione o vuoto emotivo in assenza del partner;
- Senso di colpa e inferiorità rispetto al partner;
- Ricerca di continue dimostrazioni d’affetto da parte del partner;
- Incapacità di prendere decisioni senza sentire il parere del partner;
- Paura irrazionale di poter essere lasciati;
- Isolamento sociale;
- Annullamento di sé e dei propri interessi per dedicarsi esclusivamente al partner;
- Accettazione di trattamenti inadeguati, tra cui l’abuso fisico, da parte del partner;
- Gelosia eccessiva e necessità di controllare ciò che fa il partner, con chi sta o dove si trova.
Quali sono le cause della dipendenza affettiva?
Mancanza di fiducia in se stessi, insicurezza e paura dell’abbandono sono i principali fattori che contribuiscono all’insorgere di una dipendenza affettiva.
In aggiunta, va considerato che la cultura e l’ambiente sociale in cui una persona cresce possono influenzare il suo modo di intendere le relazioni con gli altri. Ad esempio, chi ha subito degli eventi traumatici durante l’infanzia, come abusi fisici o separazione tra i genitori, è maggiormente portato a incorrere in una condizione di questo tipo.

Come affrontare la dipendenza affettiva
Come per gli altri tipi di dipendenza, uscire da una dipendenza affettiva è possibile, sicuramente si tratta però di un percorso che richiede tempo, impegno e lavoro su di sé. Si tratta infatti di un tipo di dipendenza allo streguo di altre, dove il processo psicologico alla base non è così diversi ad esempio da quello relativo ad uso di sostanze psicoattive.
I presupposti per iniziare un percorso sono:
- Ammettere di essere affetti da questa condizione;
- Riconoscere le conseguenze che esso ha prodotto e potrebbe produrre in futuro sulla propria vita;
- Disporsi al cambiamento.
Una volta acquisita consapevolezza della propria condizione, sarà necessario capire cosa ha scaturito la dipendenza affettiva e recuperare la propria indipendenza.
La psicoterapia è un valido supporto per la cura della dipendenza affettiva, in quanto permette di affrontare eventuali sgradevoli episodi passati, rafforzare la propria autostima e apprendere come costruire relazioni più equilibrate per non incorrere negli stessi errori in futuro.
Talvolta possono risultare inefficaci percorsi di psicoterapia di coppia, perché ciò che viene scambiato per una crisi di coppia molto spesso è per prima di tutto una difficoltà personale.
Alla fine di questo percorso, il dipendente affettivo riprenderà coscienza della propria individualità, imparerà a gestire la solitudine e riuscirà a distinguere una relazione sana da una disfunzionale.