Ascoltare canzoni tristi: il primo passo per il cambiamento? Spesso ci capita di ascoltare musica triste proprio quando siamo più abbattuti o ci sentiamo molto giù. Se digitiamo “canzoni tristi” su Google, appaiono tante playlist fatte con questa funzione. Perché? Se una delle funzioni principali dell’ascolto di musica è migliorare il proprio umore, come mai scegliamo inconsciamente di sperimentare l’emozione della tristezza?
Probabilmente perché così cominciamo a fermarci a considerare una situazione dolorosa: che è il primo passo per la sua elaborazione e gestione.
Ricerche scientifiche
Anche i gusti personali rendono un brano triste o allegro
Le caratteristiche del brano possono etichettarlo come triste o felice, ma non bisogna escludere l’esperienza emozionale percepita – strettamente collegata al rapporto che l’ascoltatore ha con un determinato brano musicale (Van Den Tol, et al., 2016, 69).
Sono stati condotti due studi all’interno della ricerca: il primo ha cercato di capire quanto le persone in una situazione difficile preferiscono ascoltare un tipo di musica autodefinita allegra (Self-identified happy music, SIHM), oppure autodefinita triste (Self-identified sad music, SISM); il secondo studio ha cercato di indagare l’impatto psicologico prima e durante l’ascolto di un brano SIHM o SISM.
Risultati: accettare e affrontare le difficoltà
Secondo le conclusioni degli autori della ricerca, l’ascolto di musica “triste” potrebbe aiutare ad accettare ed affrontare una difficoltà, specialmente quando tratta di situazioni quotidiane negative.
La musica triste infatti permetterebbe alle persone la ri-esperienza del vissuto, al fine di aiutare ad elaborare la difficoltà, cosa che la musica cosiddetta “felice” non fa.
Quando si ascolta la musica SISM e quindi si cerca una vicinanza emotiva del ricordo, vuol dire non solo che un soggetto sta pensando alla propria difficoltà (e quindi in qualche modo sembra esserne cosciente), ma il problema potrebbe essere percepito come meno scoraggiante e quindi come più facile da accettare.
Avete presente la Tristezza in “Inside Out”?
Ecco, all’inizio nessuno capisce il senso dell’esistenza del personaggio Tristezza, che si mette sempre in mezzo ai piani di Gioia. Sul finale del film si capisce la sua importanza: fermarsi e riflettere su quello che accade nella nostra vita.
Essere tristi per affrontare meglio le situazioni.
Differentemente dalla gioia, la tristezza rallenta i sistemi cognitivi e fisiologici nel tentativo di trovare energia e quindi di risolvere il problema. Ecco come la SISM può contribuire alla accettazione di situazioni negative di vita!
Tante persone non vogliono essere mai tristi
Ma non è possibile. Se dentro ci sentiamo così, è inutile negarsela; anzi è meglio focalizzarsi su di essa per capire cosa può dirci, a cosa ci può essere utile.
Tristezza come prima fase nel cambiamento
Il cambiamento non avviene subito; per questo in psicoterapia (Giusti et alia, 1995) si mette l’accento sulle “fasi del cambiamento”.Una delle prime, importantissima, si chiama appunto Contemplazione: cioè capire da cosa origina il NOSTRO disagio. La contemplazione è spesso accompagnata da vissuti dolorosi, ma è necessaria per capire e capirci, per identificare quali sono i dati necessari per risolvere il nostro problema.
“Stare” con la tristezza diventa il primo passo dell’elaborazione/soluzione del problema.
Inconsapevolmente, potremmo ascoltare canzoni tristi proprio per accedere a questa fase.
Tristezza e Songtherapy
Un buon terapeuta quindi dovrà essere in grado di capire quanto è importante per un proprio paziente impegnarsi nell’ascolto di musica etichettata come “triste”, dietro la quale è probabile si nasconda un bisogno ben più profondo dello sperimentare ancora di più la tristezza.
Anche di questo si occupa la Songtherapy!
BIBLIOGRAFIA:
- EKMAN, P. (2008). Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste. Torino: Amrita.
- GRAZZANI GAVAZZI, I. (2014). Psicologia dello sviluppo emotivo. Bologna: Il Mulino.
- MATARAZZO, O. – ZAMMUNER, V. L. (2014). La regolazione delle emozioni. Bologna: Il Mulino.
- VAN DEN TOL, A. J. M. et al. (2016). Sad music as a means for acceptance-based coping. Musicae Scientiae, 1, 68-83.