Internet addiction. Cos’è? Negli ultimi 15 anni lo sviluppo e la diffusione della rete ha subito un enorme accelerazione fino ad arrivare ad oggi dove internet è una delle esperienze di vita più importanti per le nuove generazioni e non solo per quelle.
L’uso e l’abuso della realtà virtuale però ha portato ad un importante confusione concettuale rispetto alla dipendenza patologica che avviene per l’uso dei termini in italiano addiction e dependence che vengono tradotti con la stessa parola “dipendenza”.Di seguito alcune canzoni che parlano della dipendenza da internet nelle varie forme più creative: dallo schermo del pc a quello dello smartphone, dalla compostezza dei Pink Floyd a la goliardia di Fedez e J-Ax
1. Moby – Are You Lost in the World Like Me?
Questo brano di Moby è molto significativo non solo per il testo ma anche per il videoclip. Rende bene l’idea di quanto spesso ci si chiede nelle briglie della vita online, e tutto il resto (che è la vita reale) rimane estranea da noi.
“Se i sistemi hanno fallito, adesso sei libero? Ti sei mai perso nel mondo come me?”
2. Le Luci della Centrale Elettrica – Iperconnessi
La migliore canzone italiana di sempre sul nostro rapporto con la RETE. PUNTO.
3. Planet Funk – Non stop
È il nuovo singolo di questa rock band contaminata dal funk che, tra la dipendenza da iPhone e altri dispositivi portatili, racconta le difficoltà di oggi di vivere le nuove tecnologie.
4. Tre Allegri Ragazzi Morti – Persi nel Telefono
Questa è dedicata specialmente a tutti i teen (più o meno cresciuti) con la testa curva sul proprio smartphone. Guardare lo schermo camminando senza accorgersi dove si va: ecco cosa vuol dire essere “Lost in the smartphone”
“La sai la novità? Che siamo tutti uguali e tutti un po’ diversi. Tutti in fondo persi dentro al telefono”
5. Stromae – Carmen
È chiaramente una critica all’uso sfrenato dei social: l’uccellino di twitter è presente in maniera ossessiva in tutta la quotidianità del protagonista del video.
“Stai attento a te e a tutti quelli cui fai like e i sorrisi che rimpiazzano sono colpi d’hashtag
Stai attento a te, Ah…gli amici, i conoscenti o i followers. Fai degli sbagli, hai solo la popolarità”
6. J- Ax & Fedez – Vorrei ma non Posto
Tormentone estivo tratta il tema dell’impossibilità e dell’assurdità della vita online all’interno della quale ci si rifugia senza rendersi conto di alcune evidenze lampanti come
“Tutto questo sbattimento per far foto al tramonto che poi sullo schermo piatto non vedi quanto è profondo”
Ma cos’è l’Internet Addiction Disorder?
L’Internet Addiction Disorder (IAD) fa parte di quelle che sono chiamate le new addiction, ovvero le nuove dipendenze in cui non è necessario l’intervento di una sostanza chimica per sanarne l’abuso.
Infatti, con l’uscita del DSM-V, la task force dei gruppi di lavoro non ha ritenuto opportuno inserire lo IAD nella categoria diagnostica di “dipendenza da non sostanze” seppur già dal 1996 fu la professoressa Kimberly Young dell’Università di Pittsburg, ad approfondirne il concetto.
Per IAD oggi si intende:
una forma di dipendenza da internet che come tutte le dipendenza provoca difficoltà sociali, isolamento, sintomi di astinenza, difficoltà lavorative e relazionali.
7. Placebo – Too Many Friends
La critica del Placebo ad una pluralità di troppi rapporti amicali cosiddetti “volatili”, e pochi che nella realtà si concretizzano praticamente. Il consiglio? Puntiamo più sull’umano e meno e meno virtuale nelle relazioni.
8. Marlene Kuntz – Ricovero Virtuale
Presi dal vortice della rete, i Marlene Kunz raccontano di una deriva all’interno della quale c’è il rischio di andarsi a rifugiare, tempestati dalla musica liquida e “sexy solitudini”, cosi come descritto nel titolo dell’album del 2010 che contiene questo singolo.
“Canta forte, a squarciagola, mentre porto mio figlio a scuola. Quanta roba hai scaricato? Quanto poco hai ascoltato? E quanta merda andrai a gettare nel tuo ricovero virtuale?”
9. Linea 77 – Divide et Impera
I Linea 77 non deludono mai sia per sound duro sia per la denuncia all’interno del testo. Questo si è che un pezzo di protesta, tutto da ascoltare in cuffia!
“Vedo il cielo a scacchi chimico che strano aereo manca pure poco che censurino lo stereo ma ci sei o no?
Vuoi sentire il monito? Schiantaci la testa su quel cazzo di monitor”
10. Pink Floyd – Keep Talking
Visionari anche sui temi narrati (oltre che a livello sonoro) già a partire dal 1994 i Pink Floyd ci ricordano che
“Dobbiamo solo accertarci di continuare a parlare”
Senza che qualcos’altro si inserisca fra noi e il nostro interlocutore. Avevano forse già previsto l’uscita dello smartphone come strumento di comunicazione?
11. Radiohead – How to disappear completely
Le parole e l’atmosfera creata dal Tom Yorke ci aiutano a capire la dissociazione: mentre l’essere umano ha dei limiti, l’avatar, il personaggio dei videogiochi o dei social non ha limiti, va dove vuole e cammina oltre i muri: il delirio di onnipotenza dietro la tastiera e la fantasia di sparire completamente dal mondo reale.
“Quello lì, quello lì non sono io, vado dove voglio, cammino attraverso i muri.
Non sono qui, questo non sta accadendo”
12. Vasco Rossi – L’Amore Ai Tempi Del Cellulare
Anche il Rocker di Zocca dice la sua.
Bibliografia
LAVENIA, G. (2012). Internet e le sue dipendenze. Dal coinvolgimento alla psicopatologia. Milano: FrancoAngeli.
MASSAROTTO, M. (2011). Social Network. Costruire e comunicare identità in Rete. Milano: Apogeo.
TONIONI, F. (2011). Quando internet diventa una droga. Ciò che i genitori devono sapere. Torino: Einaudi.
YOUNG, K.S. – NABUCO DE ABREU, C. (2011). Internet addiction. New Jersey: Wiley.